breve storia del monfalconese

dal neolitico all’attuale vocazione industriale

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Il territorio della città di Monfalcone, noto ai giorni nostri soprattutto per essere sede d’insediamenti produttivi, conserva ricche testimonianze storiche che spaziano dall’età preneolitica con la civiltà dei ‘castellieri’, per
giungere sino ai giorni nostri, con l’importante lascito dell’archeologia industriale.

Le prime testimonianze storiche dell’area di Monfalcone, risalgono all’età neolitica e preneolitica, durante le quali furono costruiti quattro edifici detti ‘castellieri’ sulle colline più alte della città. In seguito sorse il primo
villaggio nella zona odiernamente conosciuta come Panzano.
A pochi anni dalla fondazione di Aquileia si hanno notizie della conquista del territorio denominato Lacus Timavi da parte del console Aulo Manlio Vulsone, nel 178 a.c. Numerose battaglie contro la popolazione degli Istri portarono a una
stabile occupazione del territorio, con la costruzione di ville residenziali/produttive lungo tutta la costa. Monfalcone diventò così, grazie alla sua posizione strategica, una ricca colonia governata da leggi proprie, ottenendo la
cittadinanza romana.
Nel I sec. a.C. divenne municipio romano, posto a guardia della via Gemina che da Aquileia conduceva a Trieste.
Con il decadere della potenza dell’Impero, la zona posta vicino ai confini fu minacciata e in seguito danneggiata dalle invasioni barbariche. Tra queste si ricordano quella dei Visigoti nel 401, il cui re Alarico sconfisse -sul fiume
Timavo- le truppe romane guidate da Stilicone, quella degli Unni con a capo il loro re Attila nel 452 e quella degli Ostrogoti, guidati da Teodorico che, nel 489 che sconfissero Odoacre sull’Isonzo. Una leggenda narra che Teodorico
costruì o restaurò la Rocca di Monfalcone per difendere il territorio.
Cittadina che, successivamente, danneggiata dalle invasioni, perse le sue ricchezze e la sua importanza fino a diventare un piccolo e povero centro di agricoltori e pescatori.
Nel 967, grazie al ‘Diploma di Ravenna’ dell’imperatore Ottone I, Monfalcone passò sotto il potere dei Patrirchi di Aquileia.
All’ombra della rocca, intanto, si andava a formare il villaggio che diventerà la città di Monfalcone.
Nell’XI secolo, il paese attorno al castello si ampliò e furono costruite mura e fossati per la difesa; castello che si affacciava era comandato da un Gastaldo patriarcale e in seguito da un Capitano.
Il primo documento che parla della città risale al 1260 e riporta ‘in castro et loco Montis falconis’, da cui deriva il nome attuale. Il Patriarca Raimondo della Torre, a fine 1200 raggruppò qui numerosi combattenti contro Venezia . Nel
1329 la città fu assediata dai goriziani ma riuscì a respingere la minaccia.
Dopo un breve periodo di tranquillità, nel 1379 si dovette procedere al rafforzamento delle mura perché minacciati dal Belforte, ovvero un’isoletta posta nelle vicinanze delle bocche del Timavo. In questa zona i Veneziani, nel 1264,
affondarono dei vascelli colmi di pietre formando così una piattaforma dove costruirono un torrione e posero un presidio.
Disastrose furono le condizioni della città a causa delle lotte dei Patriarchi.
Nel 1411 la città poté riacquistare la libertà. Il 14 luglio 1420, dopo tre giorni di battaglie, Monfalcone si arrese alle truppe veneziane del doge Tommaso Mocenigo, il quale tuttavia concesse alla città di continuare a reggersi con dei
propri statuti.
Le strutture a difesa della città, rinforzate nel 1461 sotto il governo del doge Pasquale Malipiero, si rivelarono utili già nel 1471 quando i turchi invasero l’Istria e arrivarono presso Trieste. In aggiunta la Serenissima decise di
fortificare ulteriormente la linea dell’Isonzo.
Il 21 settembre il popolo turco giunse a Monfalcone, si racconta fossero fra gli 8000 e i 20.000. Un altro assalto, più pericoloso, lo si ebbe nel 1477 quando grazie al mirabile valore dei monfalconesi guidati dal vecchio podestà
Barbarigo, la città riuscì a difendersi. Nel 1488 furono innalzate ulteriori opere difensive.

Nel 1508 la città fu coinvolta nella guerra tra Venezia e l’imperatore Massimiliano.
L’11 luglio 1509 Monfalcone fu posta sotto assedio dalle truppe imperiali, reduci dalle vittorie sui Veneziani a Trevignano.
Il comandante Antonio Loredan, con l’aiuto degli abitanti, riuscì a resistere al nemico e, ricevuti i soccorsi da Gradisca, lo costrinse a ritirarsi il giorno dopo. Il saccheggio e l’incendio di tutto il territorio furono la vendetta per
questa gloriosa resistenza.
Gli Imperiali cercarono di impadronirsi della città in vari modi, ma il legame di Monfalcone alla Serenissima era saldo e, pur disponendo di esigue forze, combatté coraggiosamente. Solo dopo tremendi assalti, tra il dicembre 1513 e il
gennaio 1514, la città fu sopraffatta: il dominio della Casa d’Austria perdurò poi sino al 1515, anno in cui la Serenissima riprese il potere.
La pace di Worms del 1523 confermò il possesso veneziano su Monfalcone che, tuttavia, fu nuovamente occupata dagli austriaci nel 1524.
L’antica rocca patriarcale fu spianata e al suo posto si costruì una torre massiccia su base quadrata. Attorno alla torre, a protezione degli edifici abitati e dei quartieri residenziali, furono elevate delle mura nelle quali fu
incastonato un grande leone di S. Marco (1525).
La guerra di Gradisca (1616-17), pur non coinvolgendo direttamente Monfalcone, arrecò parecchi danni economici.; al crollo della repubblica di Venezia, nel 1797, la città passò all’Austria, assieme a tutto il territorio oltre il fiume
Isonzo.

L’amministrazione austriaca favorì le attività industriali nella zona di Monfalcone e, all’inizio del Novecento, ebbe inizio lo sviluppo della cantieristica navale a Monfalcone: furono i fratelli Cosulich a fondare nel 1908 il Cantiere
Triestino, embrione del grande comparto industriale della cantieristica e del suo indotto, destinato a occupare i primi posti in Europa.

Successivamente, Monfalcone si trovò nuovamente al centro di eventi internazionali durante la prima guerra mondiale per la sua ubicazione, nelle immediate vicinanze del fronte. Parecchie località situate nei dintorni di Monfalcone
divennero famose durante il conflitto: Monte Sei Busi, Monte Ermada, Quota 85 ribattezzata Quota ‘Toti’, Quota 87 e Quota 121. Alla fine della prima guerra mondiale, il vecchio nucleo urbano di Monfalcone, con il Palazzo del Comune, il
Palazzo Patriarcale, il Palazzo della Ragione, o del Consiglio Maggiore, la Loggia e il Duomo, era quasi interamente ridotto a un cumulo di macerie.
Alla fine del conflitto iniziò l’opera di ricostruzione, dando vita a un ulteriore, intenso sviluppo della cantieristica navale. Il 5 gennaio 1921 Monfalcone, assieme alla Venezia Giulia e ai territori dalmati, viene annessa
ufficialmente al Regno d’Italia.

Durante la seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1945, Monfalcone fu nuovamente teatro di eventi bellici e subì sette pesanti bombardamenti.
A seguito del periodo bellico, la città fu decorata con la medaglia d’argento al valore militare, quale riconoscimento dello spirito eroico e del senso d’italianità dei suoi abitanti.

Il periodo postbellico fu vissuto in un clima di grande incertezza, nell’attesa d’un incerto futuro sotto l’Italia o sotto la Jugoslavia. Il 2 agosto 1947 l’Italia ratificò il trattato di pace e Gorizia e Monfalcone passarono
definitivamente all’Italia.

A seguito del passaggio dalla provincia di Trieste a quella di Gorizia s’è assistito a un incremento della crescita economica e produttiva della città, seguendo la vocazione della cantieristica navale e sviluppando il polo della
Fincantieri, sino a raggiungere una posizione di leader mondiale nel settore crocieristico navale.

 

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